C’è ancora tempo per approfittare del Bonus Barriere Architettoniche che è stato prorogato fino al 2025, vediamo i dettagli dell’incentivo.
Il bonus per le barriere architettoniche è un incentivo fiscale previsto dalla Legge di Bilancio che si può richiedere ancora fino al 2025, anche se il Governo Meloni ha modificato la misura limandola e rendendola un po’ meno vantaggiosa per la platea di aventi diritto.
In sostanza, questo beneficio può essere richiesto per tutti quegli interventi che sono volti all’eliminazione delle barriere architettoniche. Si fa riferimento a tutti quegli impedimenti che si trovano all’interno di edifici che ostacolano la libera fruizione degli spazi soprattutto da parte di persone con disabilità motoria. Ecco cosa bisogna sapere su questa agevolazione fiscale.
Il Bonus Barriere Architettoniche 2024 – 2025 può essere utilizzato da cittadini, imprese ed enti pubblici e privati che svolgano lavori in case, appartamenti ed edifici, con l’obiettivo di eliminare ciò che può ostacolare il movimento di persone che hanno difficoltà motorie.
Cosa cambia rispetto a prima? Questo bonus consente di beneficiare di una detrazione fiscale del 75% per le spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche, per un importo massimo di 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità indipendenti in edifici plurifamiliari. Diventano 40.000 euro per ogni appartamento in condomini fino a 8 unità e 30.000 euro in edifici composti da più di otto unità immobiliari.
Quindi l’agevolazione si può ottenere solo come detrazione delle spese IRPEF in sede di dichiarazione dei redditi, salvo eccezioni. In definitiva non è più possibile attivare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. Tranne in alcuni casi. Ad esempio per interventi sulle parti comuni di edifici prevalentemente residenziali e per case private il cui richiedente ha reddito che non supera i 15.000 euro (tranne in caso di disabilità grave, per cui non vale l’ISEE).
Ad ogni modo, chi vuole effettuare dei lavori per migliorare la libertà di movimento ed eliminare le barriere architettoniche può effettuare gli interventi sia in casa che sul luogo di lavoro, presso l’impresa o una struttura come un negozio, ecc. e conformarsi ai requisiti stabiliti dal Decreto Ministeriale del 14 giugno 1989, n. 236 riguardo all’accessibilità degli spazi esterni e delle parti comuni.
Quali lavori si possono detrarre? Tutti quelli che in pratica favoriscono l’eliminazione delle barriere architettoniche. Quindi lavori che riguardano rampe inclinate per le scale, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Ma anche eliminazione di tramezzi, allargamento delle porte, interventi sugli impianti, ecc. Un’altra differenza con il passato è che in sostanza il Governo Meloni ha limitato la lista dei lavori ammessi. E la detrazione delle spese effettuate sarà spalmata su dieci anni e non più su cinque.
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