Una misura che consente ai pensionati italiani di alzare l’assegno mensile e, quindi, vivere con maggiore dignità economica: ecco quale e come.
Esistono nuove soglie per chi decide di integrare il minimo della pensione. Si tratta, come è noto, di uno strumento che i pensionati italiani hanno per poter avere un assegno mensile più corposo e, quindi, far fronte alle esigenze della vita. Ecco, allora, come presentare al domanda all’uopo.
La misura è destinata a coloro che ricevono una pensione inferiore alla soglia minima di sopravvivenza, assicurando un livello di reddito che permetta di vivere con dignità. Com’è noto, da sempre, il tema delle pensioni in Italia è molto caldo, interessando non solo il dibattito politico. Il benessere economico di chi ha scelto di ritirarsi dal mercato del lavoro è, infatti, un tema di rango anche sociale, andando a impattare pesantemente sulla qualità della vita nel nostro Paese.
Con l’integrazione, si può avere un assegno minimo mensile di 598,60 euro, che corrisponde a 7.781,93 euro annuali per il 2024. Per beneficiare dell’integrazione al minimo, i pensionati devono soddisfare specifici requisiti legati al reddito complessivo e alla composizione del nucleo familiare, come stabilito dall’articolo 6 della legge 463/1983.
Tra i requisiti menzioniamo il fatto che il reddito annuo non superi i 7.329 euro. Se il reddito è superiore, l’integrazione viene ridotta progressivamente fino ad azzerarsi una volta raggiunti i 14.657 euro (pari al doppio del trattamento minimo annuo). Il reddito complessivo del nucleo familiare non deve eccedere i 29.314 euro. Tuttavia, l’integrazione inizia a ridursi per redditi superiori a 21.986 euro.
Non tutti i pensionati hanno diritto all’integrazione al minimo. Se la pensione è calcolata interamente con il metodo contributivo o se il pensionato è iscritto alla gestione separata, l’integrazione non è prevista. Tuttavia, chi riceve la pensione dal fondo speciale lavoratori autonomi può beneficiarne.
Per incrementare ulteriormente l’importo delle pensioni minime, esiste la maggiorazione sociale, che dipende dall’età del pensionato e da limiti di reddito più stringenti. Questa maggiorazione è riconosciuta ai pensionati con basso importo previdenziale derivante da contribuzione all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o a forme esclusive e sostitutive della stessa, ma anche ai titolari di trattamenti assistenziali come la pensione sociale e l’assegno sociale che abbiano compiuto 60 anni. Il diritto alla maggiorazione sociale e all’integrazione al minimo deve essere confermato annualmente tramite l’invio del Modello RED, che serve a verificare il rispetto dei requisiti reddituali.
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